Il Diritto di avere diritti
Riflessioni, immagini e letture
(gennaio 2003)
Buonasera, mi presento: sono Angela del gruppo Rose Rosse di Castel Maggiore. Il nostro è un gruppo indipendente, è composto da donne ed opera sul territorio, con iniziative culturali e politiche non rituali. L’intento principale del gruppo è quello di discutere e prendere posizione su temi sociali e politici rilevanti per le donne e per la società, per dare un nostro contributo, al femminile, all’interno dell’area di centro-sinistra, nella quale ci riconosciamo.
Il Comune di Castel Maggiore, che ringraziamo, ci ha dato modo di organizzare un’iniziativa in occasione della giornata della Memoria, che ricorre il 27 gennaio, giorno in cui, sul finire della seconda guerra mondiale, furono aperti i cancelli di Auschwitz . E’ una giornata istituita dal Parlamento italiano per non dimenticare lo sconvolgente sterminio di oltre 6 milioni di ebrei operato dai Nazisti, istituita per rafforzare la memoria storica di quanto accaduto, e per impedire che tali massacri di innocenti si ripetano.
Abbiamo pensato di parlare di “diritti”, partendo dal presupposto che la Shoah, cioè lo sterminio del popolo ebraico, è stata la negazione del diritto ad avere quei diritti fondamentali che spettano a tutti gli individui indipendentemente dalla razza, dal sesso, dalla lingua ecc.: fu negato agli Ebrei, ed agli altri perseguitati dal Nazismo, ogni tipo di diritto, fino alla negazione del diritto fondamentale, che è quello di esistere, che è quello del diritto alla vita.
Vi è un’altra importante motivazione che ci ha portato alla scelta dell’argomento “diritti”, e consiste nel fatto che come donne ci sentiamo particolarmente sensibili rispetto a questi temi in quanto, nella storia, le donne hanno sempre avuto minori diritti rispetto agli uomini, sia in senso formale che sostanziale.
Per questa iniziativa, abbiamo assunto come base di riferimento la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo proclamata dall’ONU il 10 dicembre 1948, che prevede, tutela e protegge internazionalmente tali diritti. Evidentemente in conseguenza dei vicini orrori della seconda guerra mondiale, l’organismo internazionale prese la decisione di emanare questo documento, che purtroppo non solo è stato largamente disatteso in varie parti del mondo, ma è rimasto disconosciuto ai più, pochissimo divulgato, non riportato nei libri di storia; e questo appare particolarmente grave, visto che tutti sappiamo l’importanza fondamentale della conoscenza per il conseguimento della libertà degli individui.
Successivamente l’ONU approvò altri documenti, anch’essi pochissimo conosciuti, quali per es. la Dichiarazione sui diritti del fanciullo del 59, la Dichiarazione sulle eliminazioni di ogni forma di discriminazione razziale del 63, la Dichiarazione sulla eliminazione della discriminazione contro la donna del 67 ed altre.
Pur tuttavia, nonostante il silenzio su tali importanti documenti, negli ultimi anni, è in atto uno sforzo di rimettere in evidenza i diritti individuali, di tutelare maggiormente i cittadini dal punto di vista dei diritti: nasce così nel 2000 la Carta europea dei diritti dell’uomo nella città, sottoscritta da vari enti locali. Ora il linguaggio si fa più moderno, più attuale, i diritti vengono specificati meglio, divengono più puntuali; in un maggior avvicinamento al cittadino, alcuni Comuni hanno poi cercato delle applicazioni concrete, come ha fatto per es. il nostro Comune di Castel Maggiore, che ha previsto applicazioni nello Statuto, che nel corso del pomeriggio poi vedremo.
Per quanto riguarda lo svolgimento di questa iniziativa, vorremmo concentrarci su tre dei diritti proclamati della Dichiarazione universale, da noi scelti seguendo il criterio dell’attualità.
Innanzi tutto vorremmo parlare di quello che noi abbiamo sintetizzato come diritto alla libertà di movimento. Pensiamo che riguardi tutti perché storicamente ha riguardato molti, perché il progresso, lo sviluppo sono nati dallo scambio, dalla diversità. Possiamo esemplificare il tema in questo modo: come garantire oggi questo diritto, come i paesi ricchi devono accogliere e gestire i flussi migratori, quali devono essere gli strumenti pratici e le basi culturali per una pacifica società multietnica, nella quale crescere insieme nelle diversità che sapremo rispettare e nelle comunanze che sapremo trovare?
Un altro diritto sicuramente da sempre disatteso è il diritto alla libertà di opinione e alla conseguente possibilità di manifestarla. Non parliamo soltanto dei paesi a regime democratico, con le loro subdole forme di manipolazione dell’informazione, ma ci riferiamo principalmente a quei tanti luoghi nel mondo in cui vige un regime dittatoriale, nei quali buona parte dei diritti previsti dalla Dichiarazione dell’ONU sono drasticamente negati.
Nel corso dell’iniziativa, illustreremo questo diritto con immagini tratte dalle manifestazioni dei movimenti New Global in occasione dei G8 a Genova e anche con immagini di manifestazione degli stessi movimenti a Firenze. Per mostrare da un lato, come sia facile perdere improvvisamente dei diritti che sembrano acquisiti totalmente, e per contro, come in effetti si possa ancora organizzare pacificamente un grande evento politico di protesta e nella massima libertà.
Infine vorremmo parlare del diritto all’istruzione. Istruzione come enorme valore per la crescita individuale e collettiva, come arma di riscatto per la libertà dei popoli. Per noi occidentali tale diritto sembra banale, totalmente acquisito, ma i 900 milioni di analfabeti nel mondo, cioè uno su sei abitanti del pianeta, parlano da sé. Considerando poi che i due terzi di questi analfabeti sono donne, vediamo presto come per noi poter pervenire ad una completa alfabetizzazione delle donne del mondo sia un notevole passo verso l’emancipazione, verso l’autodeterminazione femminile.
Procedendo oltre la pura alfabetizzazione, se poi l’istruzione viene orientata alla costruzione del senso critico ed alla formazione continua, nell’arco di tutta la vita, essa diventa un formidabile strumento di potere e libertà.
Quindi l’istruzione ci appare determinante ai fini della partecipazione politica, del formarsi delle democrazie, unici regimi che, nonostante i limiti e le notevoli imperfezioni, lasciano spazi per i gruppi, le associazioni, i movimenti e quant’altro. Certo è che le opportunità della democrazia vanno colte dai popoli e nulla può essere ritenuto acquisito per sempre .
Concludendo, crediamo che istruzione globale, libertà, rispetto delle differenze, consapevolezza dei propri diritti ed impegno politico, possano diventare le chiavi per una maggiore giustizia sociale, base indispensabile per un ordine mondiale fondato sulla pace. Pace che è pure il presupposto per ogni forma di diritto: la guerra è ovviamente solo distruzione dell’esistente, lesione di tutti i diritti.
Perciò diciamo chiaramente no alle guerre impegnandoci come operatrici di pace.
In questa ottica, stasera, alle ore 21 ci sarà una rappresentazione del gruppo di lettura S. Vitale intitolata Diritto alla pace, in memoria delle devastazioni che dittature, razzismo, guerra hanno provocato una sessantina di anni fa.
L’ho trovato particolarmente interessante